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Il Museo dei RRicordi


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I modelli della Rivarossi nelle nostre foto e nei nostri ricordi

Nella foto del mio primo plastico - siamo intorno al 1962-63 - appare tutto
il mio piccolo tesoro:un 424 (serie economica) venduto, chissà perché, senza
la riproduzione delle
batterie sotto il telaio, una Aln56 usata, a cui opacizzavamo leggermente i
vetri con della carta abrasiva per evitare di vederne gli interni,
completamente spogli e a cui saldavamo due lampadine per l'illuminazione
interna. I due carri merce, la stazione Pola, la villetta Faller ed il
piccolo furgone parcheggiato vicino alla stazione completavano
la mia ricchezza. I binari davanti alla stazione non riuscivano a chiudere
il circuito ed erano stati appoggiati al solo a scopo fotografico. E' da
notare infine la terrificante livelletta che sta impegnando il 424 che,
beato lui, la percorre anche senza catenaria.

 



Il primo plastico, molto primitivo, fu presto smantellato.  La posa dei
binari era sempre provvisoria e per modificare il tracciato bastava
sganciare le rotaie, togliere qualche chiodino, recuperare
la massicciata in spugna e ripristinare un nuovo circuito. La carità di
alcuni parenti aveva permesso l'acquisto di un sufficiente numero di sezioni
di binario almeno fino alla possibilità di far viaggiare i treni. In quel
periodo non comperai quasi niente di nuovo: infatti molti miei amici
svendevano il loro trenino per "incompatibilità" con il gioco ed io, con la
paghetta settimanale, acquistavo materiale indispensabile a prezzi
decisamente favorevoli e altrimenti irraggiungibile.
Nella foto il segnale SB2 sovrasta quasi la stazione (!) e la catenaria,
presente solo sui tratti "a vista" svirgola maledettamente. Ma tre
bellissime carrozze (dalla composizione più che mista!) impegnano
il ponte ad arcata Pola.




Finalmente qualcosa di positivo! Passata l'emergenza acquisti (armamento) mi
potevo permettere un primo approccio a quello che noi, ora, chiamiamo
fermodellismo. Preferivo ancora curve e controcurve perché faceva piacere
vedere il trenino serpeggiare tra casette e stazioni  ma qualche
particolare fotografico (i due pianali ed il bellissimo carro chiuso RR con
garitta) denotavano la mia attenzione verso la realtà ferroviaria più che
verso il gioco. La catenaria RR però era ancora limitata alle zone in vista
e non permetteva al 424 RR di correre a pantografo alzato.
Lo scalo merci è un piccolo Pola che credo sia ancora a catalogo. I pini
sullo sfondo a sx sono dipinti in cartoncino, ritagliati ed applicati a mò
di sfondo.

 

Angolazione differente della foto precedente. Anche qui il paesaggio prende
toni più rilassati e la composizione degli elementi comincia a rappresentare
spazi e luoghi ferroviari.  I mitici alberi Faller, componibili, erano però
spostati sul plastico a stretto uso fotografico. Da notare il fanale
stradale, alto quanto un condominio, autocostruito, con tubetto d'ottone e
regolamentare lampadina natalizia.

 

Case e casette  cominciano ad arricchire il piano del plastico. Per economia
il supporto del ponte ad arcata è autocostruito con listelli di legno di uso
navale ma un terribile blocchetto di legno, che si intravvede poco sopra il
camino della stazione, denota il continuo lavoro al plastico, praticamente
mai finito. La 940 RR (serie Trenhobby) è stata fotografata trattenendo con
una mano i carri a cui era agganciata e dando corrente al momento della
scatto. Il biellismo è infatti in movimento. La cara vecchia catenaria RR
appare enorme e fuori scala ma a noi pareva una straordinaria
realizzazione anche se nella foto compie una bella curva esattamente come il
binario sottostante.
 

La corretta esposizione fotografica era il mio assillo dato che la mia
macchinetta (una Comet -Bencini) non disponeva di sensori per la luminosità.
In questa foto, leggermente virata, si vede una 625 ed una 851 al traino dei
loro convogli. La catenaria comincia a percorrere tutto il circuito.

 

Il pannello di controllo era rigorosamente allineato con la produzione RR.
Le due scatole di comando degli unici scambi elettrici ed il relais
elettromagnetico erano rigorosamente della casa di Como e ci veniva
insegnato come fosse pericoloso sostituirli con altri di altre marche.  A
causa del peso dell'RT2 ero costretto ad appoggiarlo sul piano del plastico
perdendo così la possibilità di un'altro bel tronchino.

 

Ancora una vista della stazione principale.
Il posto di blocco era Vollmer, molto bello, ma indiscutibilmente tedesco.
Ma l'avevo trovato usato...

 

A causa della mancanza di spazio in famiglia si decise che il tavolo su cui
appoggiavo il plastico dovesse essere rimosso. Presi una decisione drastica:
piuttosto che rinunciare ai miei treni avrei accorciato ancora di più il
plastico (...rimodulando una volta di più il circuito...) per farlo
finire... sotto il mio letto. Come si intravvede dalla foto ogni volta che
usavo i miei treni sollevavo con gran fatica il tavolone
da sotto il letto posizionandovelo sopra. Avevo però scoperto il plastico
ribaltabile ed il pannello di comando separato dal plastico.   MC
 

 


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