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Uso degli attrezzi per fermodellismo -XI
                                                                                                                                                                   N. 83 Novembre 75

 

Alcune raccomandazioni: nella fresatura l'UNIMAT lavora in condizioni più difficili che non nella tornitura,
andando soggetto a maggiori deformazioni e vibrazioni.

Bisognerà, dunque, adattarsi a passate molto leggere, in genere di pochi decimi di mm per acciaio dolce
e maggiori in proporzione per materiali più teneri (anche qualche mm per alluminio).

E' consigliabile bloccare, durante il lavoro, le viti relative ai movimenti non necessari per l'operazione in corso: irrigidendosi la struttura, l'utensile opera in condizioni migliori.

Quanto sopra esposto vale genericamente per le operazioni di fresatura. Nel caso nostro -e cioè al fine della costruzione di ruote a razze- dovremo fare della macchina un uso un po' particolare, per il quale,
come già detto, ci conviene procurarci un attrezzo che ci sarà prezioso anche in altre occasioni:
un rudimentale divisore.

Divisore

Che cos'è un divisore? E' un congegno adatto a consentire di ripetere più volte la stessa operazione sul medesimo pezzo, il quale, fra un'operazione e la successiva, viene opportunamente ruotato per mezzo, appunto,
del divisore. Elementi tipici costruibili mediante il divisore sono i dadi (quadrati ed esagonali) e le ruote dentate: ma è facile intuire in quanti altri casi il diviso re possa essere utilizzato.

Anche qui vogliamo ricorrere, per quanto possibile, all'autocostruzione, e non per... orgoglio professionale
o perchè nella gamma degli accessori UNIMAT non sia previsto questo attrezzo, quanto perchè il prodotto del nostro lavoro, pur rudimentale, si dimostrerà più versatile di quello UNIMAT, e comunque sufficiente ai nostri bisogni, benchè soggetto a svariate limitazioni rispetto a quanto si può ottenere dai complicati e precisi
divisori usati nelle officine meccaniche.

Il suo corpo, in acciaio dolce, è illustrato nella fig. 26.


La flangia spessore 5 potrebbe anche essere quadrata: nel disegno è rotonda perché chi scrive ha trovato comodo partire da un tondo Ø 35, anziché da un quadro 35 x 35, più difficilmente reperibile.

Per la lavorazione, conviene partire intestando al tornio il pezzo a lunghezza 60; poi, trasformato l'UNIMAT in fresatrice, spianarlo sulle tre facce segnate con i triangolini, e successivamente eseguire il foro passante
Ø 6 e il foro filettato M 2, di profondità 5 + 6 mm.

Quanto al foro Ø 12, che deve risultare molto preciso,. non siamo in grado, ahimé, di ottenerIo con i nostri mezzi.

Ci conviene, segnatane la posizione, eseguirlo a Ø 6 e farcelo completare da qualche amico meccanico,
il quale, trattandosi di operazione di pochi minuti, probabilmente non arriccerà il naso e ce lo finirà come si deve passandoci l'alesatore.

Il foro Ø 12 è la sede dell'alberino, illustrato nella seguente fig. 27:

Qui si tratta di normale lavoro di torni tura (attenzione alle tolleranze sul Ø 12!), che ormai dovrebbe apparirci
di ordinaria amministrazione, eccettuate le due filettature M 12 e M 6, che escono dalle nostre possibilità.

Ma se possiamo appoggiarci all'amico meccanico... nessuna difficoltà!

Con un pezzo di lamiera spessore 1 mm, si costruisca ora il disco divisore (fig. 28), con tanti fori equidistanti Ø 2 sulla circonferenza di raggio R 27 quante sono le divisioni che si vogliono ottenere.

Questa foratura va eseguita molto accuratamente, perché dalla sua precisione dipende la bontà del risultato ottenibile.

Il nostro divisore -è uno dei suoi difetti -richiede un disco diverso per ogni tipo di divisione: con l' avvertenza, tuttavia, che un determinato disco consente anche i numeri di suddivisioni in sottomultiplo del numero dei suoi fori. Ad esempio, col disco da 20 fori si possono ottenere non solo 20 divisioni, ma anche 10 -5 -4 -2,
perché 20 è divisibile per 2 -4 -5 -10; col disco da 12 fori, 12 -6 -4 -3 -2 divisioni, e così via.

Converrà, quindi, prepararsi una dotazione basilare, comprendente i dischi con i numeri di fori che presentino le massime divisibilità.

Il foro a 18 mm dall'asse (fig. 28) servirà per fissare il disco, mediante una vite M 2, alla flangia del blocco.

Da ultimo, occorrerà una manovella con piolo a molla,
i cui componenti sono illustrati nella fig. 29:

Ci si è qui limitati a indicare le quote essenziali, sembrando inopportuna la specifica dei particolari, che ognuno realizzerà come meglio crede in rapporto alla funzione delle varie parti, come apparirà nel seguito.


Montaggio: introdotto l'alberino nel foro (Ø 12 del blocco, proprio nella posizione reciproca delle figg. 26 e 27,
e sIstemata la rondella (fig. 26) sulla parte dell'alberino sporgente dal blocco, si collochi il disco divisore sulla rondella e lo si fissi alla flangia del blocco con una vite M 2; poi con un dado M 6 si blocchi la manovella sul fusto M 6 dell'alberino.

Verificare ora, a dado ben chiuso, che l'alberino giri liberamente, ma senza gioco assiale. In caso contrario (alberino bloccato o gioco), nella prima eventualità si tolga qualcosa alla rondella fino a situazione soddisfacente, oppure (nella seconda ipotesi)... rifarla con gli opportuni accorgimenti.

Ora, se tutto quadra, la punta conica del piolo della manovella dovrà potersi introdurre nei fori del disco divisore,
e in ogni posizione dovrà mantenervi bloccato il sistema.

Per l'uso, il divisore va collocato sul carrello dell 'UNIMAT come se fosse un portautensili, ed ivi fissato
per mezzo della vite tolta a quest'ultimo.

In genere, l'asse dell'alberino dev'essere parallelo alle guide del tornio: a tal fine, è sufficiente che il bordo della flangia del blocco appoggi correttamente contro la faccia verticale del carrello, quella dal lato della contropunta, sicché l'estremità M 12 dell'alberino sporge verso la testa motrice.

Costruzione della mascherina per le ruote

In una bacchetta di ottone (Ø 6 pratichiamo vicino ad un'estremità con seghetto da traforo, un taglio
perpendicolare all'asse che interessi i tre quarti circa della sezione. In questo taglio poniamo un frammento
di una di quelle lamette usate per incidere le fiale da iniezione, che sporga di 4 -7- 5 mm. dal contorno della bacchetta.

Saldiamo a stagno, verificando che il frammento sia ben assicurato all'ottone. Asportiamo poi con la mola
la parte eccedente del frammento, in modo da crearvi un dente di sega sporgente dalla bacchetta con la sua punta di circa 3 mm. Questo nuovo tipo di utensile andrà preso nel mandrino PT dell' UNIMAT montato
a fresatrice con asse verticale (v. fig. 25, Cap X).

Nel pezzo di alluminio precedentemente preparato (v. fig. 24), ricaviamo -dalla parte del (Ø 18 x 2,5 -un foro assiale cieco (Ø 5,5 profondo circa 3,7 mm; poi, con eccentricità di 4 mm rispetto al precedente, un altro foro
(Ø 3, della medesima profondità. Raccordiamo fra loro i due fori, eliminando gli spigoli ivi formati nell'operazione,
in modo da riprodurre, in negativo, la parte centrale della ruota. Ciò fatto, prendiamo il fusto (Ø 10 del pezzo nell'autocentrante, che poi avviteremo sull'estremità M 12 dell'alberino del divisore quest'ultimo montato sul carrello dell'UNIMAT come è detto alla fine del precedente capitolo; al quale divisore avremo in precedenza applicato un disco con 18 fori, dato che le ruote da costruire hanno 18 razze.

Centriamo ora accuratamente in altezza, rispetto al pezzo di alluminio, l'utensile descritto e sistemato come
nel primo capoverso. Allontanato il carrello, mettiamo in moto il mandrino a velocità piuttosto bassa e facciamo avanzare il pezzo finché la punta rotante del dente di sega non giunga a sfiorarlo. Disimpegnato il pezzo
a mezzo del volantino del carrello (verso di noi), facciamo avanzare il carrello con la vite longitudinale
di 2,8 mm e blocchiamolo sulle guide in questa posizione con la sua vite posteriore.

Col volantino del carrello facciamo ora avanzare il pezzo verso l'utensile rotante, che vi scaverà una scanalatura radiale fino al centro (in corrispondenza del foro (Ø 6). Retrocesso il pezzo al punto di partenza, disimpegnamo
il piolo del divisore e facciamolo avanzare di un foro sul disco, scavando poi un'altra scanalatura radiale nel pezzo.

E così fino alla diciottesima scanalatura. Sarà bene osservare attentamente, prima di partire, la posizione delle razze nella fig. 23, in quanto le scanalature -come avrà certamente intuito il lettore serviranno appunto a determinare la posizione delle razze.

Avremo così ottenuto la mascherina destinata a portare i vari elementi che compongono la ruota e in grado di mantenerli nella posizione dovuta durante l'assiemaggio del complesso.
 

 

Dal periodico Bollettino FIMF, per concessione del Consiglio direttivo FIMF
www.fimf.it