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Uso degli attrezzi per fermodellismo -X
                                                                                                                                                                   N. 82 settembre 75

 

Il procedimento per ricavare la cerchiatura della caldaia, descritto nella parte finale della puntata precedente,
dà ottimi risultati estetici ed è preferibile, a parere dello scrivente, al riporto con saldatura di striscioline di carta di Spagna.

Per creare, infine, il focolare, si taglia la commessura prima realizzata per il tratto conveniente, si sega trasversalmente il corpo cilindrico al limite del taglio e si aprono i lembi per quanto occorre.

Il fondo del focolare (contro la caldaia) va chiuso con un pezzetto di lamiera d'ottone, opportunamente sagomato e saldato alle parti adiacenti.

Ruote per locomotive

E' forse il campo nel quale è più difficile trovare in commercio quanto faccia al caso. Raramente, infatti,
il modelli sta si applica a costruire modelli che hanno già avuto realizzazione commerciale (relativamente
ai quali è possibile reperire ruote modellisticamente accettabili), perchè ben altra soddisfazione egli trova
nella costruzione di modelli irrealizzati.

Che fare in questo caso? Il modellista raffinato è esigente anche dal lato estetico; e chi si è cimentato
anche una sola volta con una locomotiva sa quanto poco basti nelle caratteristiche delle ruote
per alterare in modo sensibile l'aspetto della macchina.

Ben poche volte l'adattamento delle ruote esistenti più vicine a quelle necessarie porta a risultati soddisfacenti.

Pertanto anche qui ripetiamo: autocostruzione!

Niente paura! Non è, certamente, lavoro da principianti, ma neppure impresa più ardua di tante che
si vedono superate positivamente anche da model listi di media forza.

Teniamo presente, al più e come al solito, la possibilità - o, meglio, probabilità - che il primo esemplare possa anche essere un aborto. E, soprattutto e come al solito, armiamoci di pazienza.

Non pretendo, ovviamente, che il metodo da me escogitato, che viene esposto nel seguito, sia l'unico,
nè il migliore: mi pare tuttavia meritevole di essere conosciuto perché di buon risultato e abbastanza sbrigativo (una ruota si costruisce, fattaci la mano, in circa tre ore).

Al lavoro, dunque! Per appoggiare le idee, scegliamo un ben determinato tipo di ruota fuori commercio, e precisamente quello della locomotiva FS gr. 640: il quale. per la verità. differisce dalle ruote della FS gr. 685
(il cui modello è reperibile in commercio) solo per le caratteristiche dei contrappesi, ma quanto basta
al modellista raffinato per scartarne l'uso nella 640.

Infatti in quest'ultima i contrappesi sono assai più leggeri  che nella 685. in quanto destinati nella prima a bilanciare le sole bielle di accoppiamento, avendo la 640 i cilindri interni e interne, di conseguenza, anche
le bielle motrici.

Come primo ed indispensabile passo, studieremo accuratamente il disegno di fig. 23.

Per queste ruote le quote vanno calcolate con grande precisione, specie per lo spessore delle razze.

Qui un decimo di mm. in più può appesantirne tanto l'aspetto, da togliere all'intera locomotiva
quella sua peculiare snellezza che le valse, a suo tempo, l'appellativo di «signorina».

Si noti la lieve scampanatura delle razze, altra caratteristica da non trascurare.

In secondo luogo prepareremo al tornio un pezzo come quello rappresentato in fig. 24, ricavando lo da un blocchetto di alluminio. Il perchè del materiale e la funzione del pezzo appariranno più oltre.


 

Ora bisogna che ci costruiamo un'apposita attrezzatura, per la quale è necessario impratichirsi nell'uso
dell'UNIMAT come fresatrice. Moderiamo la nostra impazienza e affrontiamo serenamente l'indispensabile digressione.

A tale uopo, sfilata la spina G (v.Cap. I) e tolta là vite a corpo conico situata a sinistra, sotto la pinola, i
n posizione non visibile nella fig. 1, si asporta la testa motrice e si innesta nel foro centrale cosi scoperto
il piede della colonna (V. Cap II, fig. 2 b), bloccando poi con la vite a corpo conico.

Si introduce poi il codolo della testa motrice nel foro del braccio della colonna e vi si blocca
usando un'altra vite a corpo conico in dotazione al braccio medesimo.

La macchina assume l'aspetto della fig. 25.



L'utensile caratteristico per la fresatura -che spesso è operazione di spianatura, ma può essere anche di sagomatura, di intaglio, di contornatura, etc. -e la «fresa», di cui esistono svariatissimi tipi, ognuno
più adatto ad un'operazione specifica.

Accontentiamoci, qui, di accennare ai tipi disponibili nella gamma di accessori UNIMAT : una fresa
a due taglienti Ø 4, idonea all'esecuzione di incavi, ed una fresa a 14 denti Ø 16, adatta alla spianatura.
 
Questi due esemplari di frese sono detti «a candela» o «a bottone», perchè lavorano a sbalzo, fissati
nel mandrino per punte da trapano (mandrino PT) applicato alla testa motrice.

Generalmente l'asse di lavoro dev'essere verticale: per sistemarlo con precisione, si avvita sulla testa motrice il platorello in luogo del mandrino PT e, dopo aver portato il carrello sotto il medesimo e allentata la vite posteriore del braccio della colonna, nonchè la vite a corpo conico del medesimo, il complesso testa-braccio viene
abbassato fino ad adagiare il platorello sul piano del carrello: in tale posizione. si blocca la vite a corpo conico.

Ciò fatto, la testa motrice viene riportata all'altezza opportuna e il platorello viene sostituito dal mandrino PT.

L'altezza della testa motrice va stabilita in relazione all'altezza del pezzo da lavorare, il quale, se grande,
viene staffato direttamente sul carrello; se piccolo, viene preso nell'apposita morsa (altro accessorio indispensabile della gamma UNIMAT), fissata a sua volta al carrello.

Per la regolazione fina dell'altezza  della fresa, si fa uso della leva F, previo allentamento delle viti E
e successivo bloccaggio a regolazione eseguita.
 

 

Dal periodico Bollettino FIMF, per concessione del Consiglio direttivo FIMF
www.fimf.it